Metti una sera d’estate un Barista…

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racconto di una chiacchierata al bar del Parco Pareschi durante il cinema all’aperto

Siamo in piena estate e sono tanti i ferraresi che ormai hanno lasciato la città per le vacanze, al mare o in montagna, ma sono forse altrettanti quelli rimasti fra le mura estensi. Per loro Ferrara offre comunque diversi appuntamenti estivi alla portata di tutti e per i gusti più disparati. Fra questi c’è per esempio l’appuntamento con il Bar Ristoro 381 in via Azzo Novello per aperitivi serali, per un gelato dopo una partita di calcetto o una passeggiata con l’amico a quattro zampe nel parco urbano o per un po’ di… ristoro – appunto – dopo quattro passi, una corsa o un giro in bici sulle mura (orario agosto: dalle 7.30 alle 14 e nel pomeriggio dalle 17 alle 22).

La sera, invece, perché non coniugare il buon cinema con il fresco di un parco, per di più rimanendo in città? E’ quello che offre da metà giugno fino al 25 agosto l’Arena estiva cinematografica Le Pagine al Parco Pareschi, organizzata dall’Associazione Ferrara Sotto Le Stelle con Arci Ferrara e la Cooperativa Sociale Le Pagine, con il Patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Università di Ferrara, e realizzata grazie al sostegno fra gli altri di Legacoop Estense, Il Germoglio, Irregolarmente, Suono e Immagine, Assicoop e UnipolSai (per info clicca QUI)

Come presso il Ristorante 381 Storie da gustare in piazzetta Corelli, anche al Bar di via Azzo Novello e al punto ristoro Irregolari di Parco Pareschi, la Cooperativa Sociale Il Germoglio porta avanti il progetto di inserimento lavorativo di alcune persone, utenti ed ex utenti del servizio di salute mentale Ausl Ferrara, coniugando le occasioni di svago e ritrovo con l’integrazione sociale e l’economia solidale, perché una comunità forte è costruita anche con i più deboli.

Una delle colonne portanti, in particolare per gli ‘Irregolari’ al Parco Pareschi, è Gianni: che gli chiediate un caffè, una birra, un gelato, insieme vi regalerà sempre anche un sorriso; se poi vi fermerete a parlare un po’ con lui, allora si trasformerà in un fiume in piena di aneddoti e racconti, che vi solleverà l’umore e vi riempirà di voglia di fare. Sì perché se c’è una cosa che caratterizza Gianni è la sua : “nel tempo ho ricevuto tanti stimoli, tanta materia – dice – che mi sono rimasti dentro e ora devo organizzare e devo provare a fare diverse cose”. Lavora al Parco Pareschi, come socio lavoratore del Germoglio, ed è socio di Arci IrregolarMente e del Club Integriamoci, del quale è stato anche presidente: l’associazione di volontariato è stata fondata da un gruppo di utenti ed ex-utenti psichiatrici, operatori e simpatizzanti, ma attualmente i soci sono soprattutto familiari, cittadini e utenti, che costituiscono il 100 % del Consiglio Direttivo. Fra le tante attività, racconta, “andiamo anche nelle scuole per parlare con gli studenti di sport e disabilità e combattere lo stigma sul disagio psichico”.

“Tutto è nato con il Progetto BioC’è al Parco Urbano, agli inizi degli anni 2000, poi è arrivata la Cooperativa NuovaMente, che nel 2009 si unita al Germoglio. Da quando c’è l’Arena abbiamo sempre gestito noi il cinema e il punto ristoro insieme al Circolo Arci IrregolarMente. Io ho iniziato come volontario al Parco Urbano, poi è arrivato il tirocinio e ora sono qui come socio-lavoratore della cooperativa”, racconta Gianni.

“Che cosa può dare benessere a una persona con disagio psichico? La cosa più bella è che per rispondere a questa domanda, riuniti intorno a un tavolo, non c’erano solo gli specialisti del Servizio Pubblico di Salute Mentale, ma tutta la società civile, dal club Integriamoci, alle istituzioni locali, a quelle scolastiche. E così l’utente è diventato una persona, non più un problema, ma una risorsa”: questa secondo Gianni è stata la grande ‘rivoluzione’.

Un valore aggiunto che si sta cercando di comunicare a tutti gli interessati e alla cittadinanza in generale. Per esempio, è stato ideato un nuovo indicatore di performance, chiamato dai tecnici “Valoris”, che dimostra che le cooperative sociali creano valore sociale per i destinatari dei servizi ma soprattutto generano in modo strutturale e sistematico un risparmio per la collettività, derivante da una minor necessità di spesa di assistenza per le persone fragili (per saperne di più leggi QUI ).

“Il lavoro è per tutti un presupposto di dignità. Per le persone con disabilità è anche sinonimo di inclusione sociale e reale partecipazione alla vita delle loro comunità”, si legge in una nota diffusa dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap. Eppure, secondo i dati Istat, la disabilità continua ad avere un impatto consistente sull’esclusione dal mondo lavorativo: solo il 19,7% delle persone con disabilità nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni risultano occupate, meno di un soggetto su cinque, contro una media nazionale del 58,7%.

Anche Gianni conferma che l’avere un lavoro “fa diventare tempo vivo quello che altrimenti è tempo vuoto”. E poi parla di senso indipendenza e autonomia, di maggiore sicurezza di sé, di maggiore “consapevolezza”: “te lo fanno notare gli altri che stai cambiando, che sei pronto a dare qualcosa”. La possibilità di avere un lavoro implica la coscienza che “si fa sul serio”, che dalla fiducia derivano “responsabilità”. E la possibilità di lavorare in una cooperativa sociale ha un valore aggiunto: “sei una persona con la ‘P’ maiuscola”, sottolinea Gianni e aggiunge che per lui l’essere diventato “socio-lavoratore” è stato un passaggio importante nel proprio percorso di crescita. Rispetto a una normale azienda in più c’è “solidarietà” e “sensibilità”: anche quando ha dovuto rallentare per problemi personali, Gianni non si è mai sentito abbandonato dal Germoglio. “La Cooperativa ha creduto in me”, afferma Gianni con riconoscenza, “e continua a dire “Sei un socio lavoratore, sei un nostro lavoratore””.

Queste e altre storie vi aspettano, pronte da essere “sorseggiate” nelle sere di agosto, al Bar del cinema estivo a Ferrara.

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